Quando Molière “plagia” Feydeau

La presente citazione è tratta dal testo Le théâtre et la vie sous la Troisième République, première époque. Éditions Littéraires de France, 1945, pp. 140-142. L’autore è René Peter. La traduzione è mia.

cartolina d'epocaNon è forse vero che i drammaturghi sono degli instancabili bambini, facili allo slancio e all’arrabbiatura, e che, per un nonnulla, o per una virgola che credono gli sia stata copiata, sono pronti a mettersi a strillare a scapito di ogni tribunale del mondo? Feydeau stesso, nella sua sdegnosa filosofia, non sfuggiva a questa regola comune.

“Giusto ieri”, mi disse un giorno, “sono andato al teatro Fémina di Bordeaux a vedere la breve pièce di Madame Gillou Il fante di cuori, firmata sotto lo pseudonimo di Louis Gilbert”.

“Beh, come l’avete trovata?”, gli chiesi, presentendo che voleva essere interrogato in merito e che aveva preparato qualcosa.

“È l’ennesimo riallestimento camuffato della mia Champignol suo malgrado”, rispose con nonchalance.

“In che senso?”, chiesi io; ed era facile intuire dove voleva andare a parare.

“Oh! Io non gliene voglio mica alla gentile signora; la sua pièce non è affatto brutta, e d’altronde sono abituato a questo tipo di situazioni. Nominatemi un solo autore che non mi abbia freddamente scippato la scena madre di Champignol suo malgrado!”.

“Di quale scena parlate?”.

“Diamine, della scena del secondo atto in cui Saint-Florimond, che tutti hanno scambiato per il pittore Champignol e che non sa nemmeno tenere in mano una matita, è costretto a ritrarre il colonnello. Provate un po’ voi a trarvi d’impaccio da una simile situazione. Non avete idea delle cose che il personaggio è costretto a inventarsi… Ora, senza voler rimproverare nessuno, ieri sera, nella pièce di Madame Gillou, ho rivisto la stessa identica scena trasferita in un altro contesto. Anziché un pittore, il protagonista era un cameriere che ignorava completamente i fondamenti del suo mestiere. Anche in Lo Chauffeur, del nostro amico Max Maurey, il personaggio principale non ha la minima idea di come si svolga il mestiere di chauffeur e, allo stesso modo, nella pièce del connazionale Tristan Bernard, L’inglese come lo parlano, il protagonista non spiccica una parola d’inglese. E l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito! Buongiorno, mio buon vecchio Champignol, e ancora buongiorno e ancora buongiorno visto che ti moltiplichi come i conigli… Comunque, va detto che i miei cari colleghi non ci vanno tanto per il sottile!”.

Teatro Fémina

“Allora”, gli dissi, “Pensate di essere stato voi il primo ad avere avuto l’idea di una scena di questo tipo?”.

“Certo che sì. Perché me lo chiedete?”.

“Siete sicuro che nessuno ci abbia mai pensato prima di voi?”

Feydeau mi guardò con fare stupito, come se la risposta fosse evidente. Così, dopo un po’, gli chiesi: “Vi dice niente Il medico per forza di Molière?…”.

Il mio caro Feydeau restò un attimo interdetto, poi, con lo stesso tono canzonatorio e bonario che aveva dimostrato poco prima, esclamò: “Eccone un altro!… Certo che è incredibile! Com’è possibile che un uomo come Molière, morto più di duecento anni fa, abbia osato farmi questo!… Plagiare la mia pièce! Che vergogna!… Mio Dio, in che epoca viviamo!”.

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