Sintesi delle opere di Georges Feydeau

DALLA FINESTRA (atto unico, 1882) (due attori: un uomo e una donna)

Hector, avvocato dal carattere debole, si è sposato per volontà di sua madre. Abbandonato dalla moglie che gli faceva continue scenate, sta aspettando il suo ritorno perché la ama ancora. Nel frattempo sta cercando di cavarsela come può con la vita casalinga. La sua vicina di casa, però, vuole fare ingelosire il marito e ha visto in Hector la persona giusta per mettere in atto il suo piano: vuole che quest’ultimo finga di corteggiarla davanti alla finestra aperta. Dopo una serie di quiproquo e di scambi di persona il povero Hector riuscirà finalmente a liberarsi della presenza dell’invadente vicina.

UN TIPO DA FORCA (commedia buffa in un atto, 1883) (otto attori: sei uomini e due donne)

Un uomo ha appena scoperto che la moglie, canzonettista, lo tradisce con un altro mentre lui porta a spasso il bambino che lei ha avuto dopo cinque mesi di matrimonio. Deciso a smascherare l’amante, informa il commissario di polizia di recarsi a casa sua quando lui è fuori con il bambino. Intanto si presenta in casa un certo Grognard, ammiratore della moglie, che insegna retorica a Quimper e asserisce di chiamarsi Lemercier per nascondere la sua identità. Avendo letto sul giornale di un pericoloso malvivente ricercato, il cui cognome è proprio Lemercier, la canzonettista corre in commissariato lasciando l’ipotetico malfattore con l’amante, nella speranza che questi riesca a incastrarlo. Dopo che il commissario avrà cercato di arrestare uno dopo l’altro tutti i personaggi maschili della commedia, la situazione si risolverà, Grognard tornerà a casa sua e la canzonettista riprenderà la sua vita a tre con marito e amante.

AMORE E PIANO (atto unico, 1883) (tre attori: due uomini e una donna)

Un ragazzo di Tolosa si reca a Parigi, spinto dagli amici, per incontrare una cocotte. Purtroppo sbaglia appartamento e si ritrova a casa di una giovane che sta studiando pianoforte e aspetta l’arrivo di un professore, assunto dalla madre. Tra equivoci e fraintendimenti i due giovani alla fine si chiariranno e si scambieranno l’augurio di rincontrarsi prossimamente.

FIDANZATI IN ERBA (atto unico per bambini, 1886) (due attori bambini: un maschio e una femmina)

Due bambini di undici e nove anni stanno studiando Il Corvo e la Volpe di La Fontaine. Iniziano così a parlare delle favole dell’autore, dell’amore e del matrimonio secondo il loro punto di vista.

SARTO PER SIGNORA (commedia in tre atti, 1886) (dieci attori: quattro uomini e sei donne)

Il dottor Moulineaux è sposato da appena sei mesi con Yvonne d’Aigreville. Una notte, tuttavia, il dottore non rientra perché si è trattenuto al ballo dell’Opéra nel tentativo di sedurre una delle sue clienti, Suzanne Aubin, e come se non bastasse ha dimenticato le chiavi di casa. Il mattino presto, Moulineaux viene sorpreso dalla moglie e nel tentativo di discolparsi è costretto a raccontare di essere stato al cappezzale di un amico molto malato, Bassinet. Neanche a farlo apposta Bassinet si presenta seduta stante a casa del dottore per cercare di convincerlo ad affittare degli appartamenti di sua proprietà. Tra la confusione generale, Moulineaux finisce per affittare uno degli appartamenti, che in precedenza era stato occupato da una sarta, per incontrarsi di nascosto con Suzanne Aubin.
Il secondo atto si svolge nell’ex-sartoria. La porta è gravemente danneggiata perché Bassinet aveva cacciato con la forza la sarta che viveva nell’appartamento e questo genera tutta una serie di equivoci e di andirivieni di personaggi che non dovrebbero trovarsi lì, tra cui il signor Aubin e la sua amante, Bassinet, la suocera di Moulineaux e per finire Yvonne stessa. Moulineaux cerca di cavarsela alla bene e meglio raccontando a coloro che non lo conoscono di essere un sarto per signora.
Nel terzo atto, dopo lunghe trattative, Moulineaux riesce finalmente a ristabilire la pace, e ogni coppia ritrova la serenità tanto agognata.

LA LICEALE (vaudeville-operetta in tre atti, con musiche di Gaston Serpette, 1887) (venti attori: dieci uomini e dieci donne)

Finette, una liceale, viene promessa in sposa a un professore di fisica molto più anziano di lei che non ama affatto. Innamorata di un pittore squattrinato, la ragazza ne fa passare di tutti i colori all’anziano professore e finisce per essere rinchiusa in collegio. Anche qui però, Finette, dà libero sfogo al suo carattere incontenibile, strappando la parrucca al suo futuro sposo e rinchiudendolo in uno stanzino. Nel frattempo il pittore da lei amato viene scambiato per un insegnante di fisica e, tentando di compiere un esperimento, fa esplodere la classe. I due innamorati si danno alla fuga, ma quando i genitori di lei scoprono che al pittore è stato commissionato un quadro per 30.000 franchi, la coppia può finalmente sposarsi senza che ci siano più ostacoli di sorta.

IL GATTO IN TASCA A SCATOLA CHIUSA (commedia in tre atti, 1888) (otto attori: cinque uomini e tre donne)

Un ricco produttore di zucchero vuole far rappresentare all’Opéra un Faust composto da sua figlia; per questa ragione, cerca di ingaggiare un famoso tenore. Si presenta a casa sua un ragazzo, da lui scambiato per il suddetto tenore, che in realtà è venuto in città per studiare giurisprudenza e per chiedere all’industriale di fargli da tutore. Il ragazzo perderà la testa per la moglie dell’industriale e questo sarà alla base di una serie di equivoci e di fraintendimenti.

La commedia è ricca di scambi di persona, amori e situazioni problematiche e non manca di un lieto fine.

I FIDANZATI DI LOCHES (commedia in tre atti scritta con Maurice Desvallières, 1888) (quindici attori: dieci uomini e cinque donne)

Due fratelli e una sorella, residenti a Loches, arrivano a Parigi nella speranza di trovare i loro compagni di vita. A questo scopo decidono di rivolgersi a un’agenzia matrimoniale, che però per una serie di malintesi è in realtà un’agenzia di collocamento. I tre personaggi non si rendono conto del fraintendimento perché essendo provinciali giustificano quelle che per loro sono strane usanze con il fatto che la gente di città è sempre un po’ stravagante. Vengono quindi assunti come domestici nella casa di un ricco dottore, ma loro continuano a credere di trovarsi nella casa dei loro futuri compagni. Tra fraintendimenti vari, ricoveri in manicomio e docce fredde, alla fine tutto si chiarirà e i tre saranno ben felici di ritornare alla loro amata Loches.

UN BAGNO CASALINGO (atto unico, 1888) (quattro attori: due uomini e due donne)

Laurence vuole farsi un bagno, ma poiché la sua casa non possiede una stanza da bagno chiede alla domestica e al nipote del marito di prepararle la vasca nell’anticamera. Intanto suo marito si inventa una scusa per andare a trovare l’amante. Mentre sta per entrare nella vasca, Laurence ha un leggero mancamento e va a stendersi. Non volendo sprecare l’acqua calda, la domestica pensa di farsi lei il bagno ma in quel momento rientra il marito della padrona che, non avendo trovato l’amante, pensa a sua volta di approfittare del bagno. Nell’oscurità lui scambia la cameriera per la moglie, che nel frattempo ricompare e trova così la domestica tra le braccia del marito. Infuriata, Laurence minaccia di andarsene e per vendicarsi cerca di sedurre il nipote di lui. Dopo imbarazzanti tentativi di seduzione e finte minacce di duello, la coppia si riconcilierà e anche la cameriera potrà riprendere tranquillamente il suo lavoro.

L’AFFARE EDOUARD (commedia in tre atti scritta con Maurice Desvallières, 1889) (diciassette attori: quindici uomini e due donne)

Édouard, grande amico dell’avvocato Charançon e soprattutto di sua moglie, è stato sorpreso una sera in compagnia di quest’ultima nel privè di un ristorante da un pubblico ufficiale che ha sbagliato indirizzo. La signora ha reagito schiaffeggiando il pubblico ufficiale e insultandolo, per questa ragione entrambi stanno aspettando di essere convocati in Tribunale. Nel frattempo Charançon ha perso la testa per una cavallerizza a cui vorrebbe tanto fare la corte.
Nel secondo atto i personaggi si spostano a casa di Édouard dove Charançon cerca invano di sedurre la cavallerizza, ma viene continuamente interrotto dal suo domestico e da un amico che lo coinvolgono in una gara sulla preparazione della maionese.
Il terzo atto è tutto ambientato in Tribunale dove tra arringhe varie e confusioni tra una causa e l’altra, tutti riprenderanno i loro ruoli e torneranno a casa senza aver ancora capito chi era l’accusato e chi l’accusatore.

IL MATRIMONIO DI BARILLON (commedia in tre atti scritta con Maurice Desvallières, 1890) (dieci attori: sette uomini e tre donne)

Nel municipio di Parigi si deve svolgere il matrimonio di Barillon. Quest’ultimo però la sera prima si è ubriacato pesantemente e ha schiaffeggiato uno sconosciuto; risultato: è stato sfidato a duello. Nel frattempo si scopre che la futura moglie di Barillon è innamorata di un altro, un tale Patrice, ben deciso a impedire le nozze, e che il sindaco incaricato della celebrazione del matrimonio altri non è se non colui che Barillon aveva schiaffeggiato la sera prima. Tra la confusione che ne segue il povero Barillon si ritroverà inavvertitamente sposato con la suocera e dovrà faticare non poco anche per sopportare la gelosia dell’ex-marito di quest’ultima, misteriosamente scomparso in mare, che per l’occasione si ripresenterà vivo e vegeto.

L’UOMO BALIA (pochade in un atto scritta con Maurice Desvallières, 1890) (cinque attori: tre uomini e due donne)

A casa dei signori Veauluisant la balia è stata appena licenziata per il suo carattere troppo litigioso e libertino. Balivet, amante della balia e praticante presso un notaio, è all’oscuro dell’avvenuto licenziamento dell’amata e si reca nella casa dei signori per incontrarla. Una volta entrato viene però inseguito dall’altro domestico e, rifugiatosi nella stanza della sua amante, ricompare travestito da donna. I proprietari lo scambiano per la nuova balia venuta a occuparsi del loro bambino nonché ad allattarlo. Balivet tenta di darsi alla fuga ma, come in precedenza, viene bloccato dal domestico che nel frattempo si è innamorato di lui travestito, così è costretto a svolgere i vari lavori domestici e a dedicarsi anche al cucito. Alla fine un telegramma che comunica il ritardo della vera balia chiarirà la situazione, e Balivet, con sua somma gioia, sarà cacciato di casa.

E’ UNA DONNA DI MONDO (atto unico scritto con Maurice Desvallières, 1890) (sei attori: tre uomini e tre donne)

Il capocameriere di un ristorante si è sposato per la terza volta. La nuova moglie crede che lui sia rimasto vedovo per due volte di fila, mentre in realtà ha semplicemente divorziato senza che le due se ne siano neanche rese conto. Nel ristorante arrivano due clienti che hanno appuntamento con due nuove “donne di mondo” con le quali pensano di tradire le loro amanti regolari, che sono molto gelose. Decidono quindi, con il consenso delle due, di formare un’unica tavolata. Naturalmente, la “donna di mondo” dell’uno è l’amante regolare del secondo e viceversa, inoltre entrambe sono le due prime mogli del capocameriere del ristorante. Le due cocotte si daranno alla fuga, il capocameriere sarà perdonato dalla nuova moglie e i due clienti si faranno delle matte risate all’idea di quanto successo.

CHAMPIGNOL SUO MALGRADO (tre atti, 1892) (ventisei attori: ventidue uomini e quattro donne)

L’amante della moglie del pittore Champignol si è fatto sorprendere tempo prima in un albergo con quest’ultima dallo zio di lei. Per evitare uno scandalo si è spacciato per il vero Champignol.
Nel frattempo un brigadiere e alcuni gendarmi si presentano a casa del pittore per comunicargli che deve fare ancora tredici giorni di ferma. Il pittore non è presente ma l’amante della moglie sì, e grazie alla testimonianza di altre persone viene scambiato per Champignol e portato a Clermont.
Informato dell’arrivo dei gendarmi, il vero Champignol, all’oscuro di quanto successo, decide di partire anche lui per non diventare un disertore. Ci sarà un incredibile scambio di persona con la presenza in scena del personaggio principale e del suo doppio finché la verità non verrà a galla e il finto Champignol non accetterà per un’ultima volta di recitare il ruolo del suo sosia.

IL SIGNORE VA A CACCIA (tre atti, 1892) (dieci attori: sette uomini e tre donne)

Duchotel, un marito molto bugiardo, con la scusa della caccia si dà all’adulterio. La moglie Léontine, nel frattempo, è corteggiata da un altro spasimante, Moricet, che cerca di aprirle gli occhi sui tradimenti del consorte. Insospettita da quanto rivelatole da Cassagne, che le confessa di non essere mai andato a caccia con suo marito, Léontine decide di recarsi con Moricet alla sua garçonnière per vendicarsi. Qui per una serie di equivoci a catena si incontreranno e scontreranno svariati personaggi. Alla fine, scoperto dalla moglie, il protagonista sarà costretto a chiederle perdono.

IL SISTEMA RIBADIER (tre atti scritti con Maurice Hennequin, 1892) (sei attori: quattro uomini e due donne)

Un marito, oppresso dalla moglie che lo sorveglia in continuazione perché era stata costretta a sopportare i tradimenti del marito precedente, spera di risolvere il problema ipnotizzandola ogni sera prima di recarsi dall’amante. Purtroppo però confessa il suo “sistema” a un amico ex corteggiatore della moglie. Le cose si complicano quando quest’ultimo decide di svegliare la signora per confessarle il suo amore e rivelarle la verità. Dopo una serie di equivoci a catena, le cose si risolveranno, ma Ribadier non potrà più spostarsi da casa.

IL NASTRO (commedia in tre atti scritta con Maurice Desvallières, 1894) (undici attori: sette uomini e quattro donne)

Il dottor Paginet vuole che sua nipote si sposi con Plumarel, di cui lei non è innamorata, perché questi è imparentato con un importante ministro. Plumarel ha infatti promesso al dottore di farlo diventare Cavaliere della Legion d’Onore per l’attività svolta. A causa di un evento imprevisto, il dottore ha partecipato a un banchetto reazionario, la decorazione non viene attribuita a Paginet ma a sua moglie che gestisce un orfanotrofio. Il dottore tuttavia resta all’oscuro della notizia e viene anche intervistato da un giornalista miope, incapace di distinguerlo dalla moglie, che finisce per scatenare una serie di quiproquo. Quando alla fine il dottore scoprirà a chi è stata veramente attribuita la decorazione, riuscirà anche lui a ottenerne una grazie all’intervento di Dardillon, l’uomo amato da sua nipote, che inaspettatamente salverà la vita del ministro spacciandosi proprio per Paginet. I due giovani potranno dunque sposarsi, a condizione di mantenere il segreto su quanto accaduto.

L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO (commedia in tre atti scritta con Maurice Desvallières, 1894) (diciotto attori: dieci uomini e otto donne)

Marcelle, sposata con un architetto che la trascura, è corteggiata da un imprenditore, socio del marito, sposato con la bisbetica Angélique. L’architetto deve fare una perizia in un albergo che si dice abitato dagli spiriti. L’imprenditore decide di approfittare dell’assenza dell’architetto e prenotare una stanza nell’Hotel del Libero Scambio per incontrare Marcelle, ma avendo bevuto e fumato troppo viene colto da malore e si allontana. Al suo ritorno, lui e Marcelle vengono sorpresi dal commissario della buon costume che li conduce in prigione e, nel vano tentativo di salvarsi, i due gli forniscono delle false generalità (quelle dei reciproci sposi legittimi). Con una trovata finale dell’autore, i personaggi riusciranno a uscire puliti dalla situazione e a riformare le rispettive coppie.

LA PALLA AL PIEDE (commedia in tre atti, 1894) (diciannove attori: dodici uomini e sette donne)

Bois d’Enghien è l’amante di una cantante di caffè concerto, Lucette. Senza avvisare quest’ultima, si fidanza anche con una ragazza molto ricca che lui, per denaro, vuole sposare, ma, per molte problematiche, non riesce a troncare la sua relazione con Lucette che, a sua volta, è oggetto del desiderio di un generale sudamericano. Lucette viene inconsapevolmente scritturata per la festa di fidanzamento del suo fidanzato con l’altra donna. Questo genererà una serie di equivoci a catena e il povero Bois d’Enghien sarà costretto a penare non poco per cercare di mettere ordine nella sua vita.

IL NOSTRO FUTURO (atto unico, 1894) (due attrici)

Una vedova è stata chiesta in sposa da un uomo che contemporaneamente aveva chiesto anche la mano della di lei cugina. La vedova e sua cugina leggono poi sul giornale che l’uomo ha sposato una terza donna, al dispiacere iniziale seguirà il desiderio di andare a divertirsi dimenticandosi così del “loro futuro”.

IL RIMEDIO E’ PEGGIORE DEL MALE (atto unico, 1896) (quattro attori: due uomini e due donne)

Lucien ha deciso di lasciare la sua amante per sposarsi con un’altra, ma non avendo il coraggio di dirglielo in faccia decide di scriverle una lettera. Nel frattempo arriva il suo nuovo domestico, che si rivela essere un tipo rozzo e volgare, maleducato con tutti. A casa di Lucien si presenta la sua futura suocera che viene prontamente sbeffeggiata e cacciata dal nuovo domestico. Anche al cameriere del ristorante, venuto a portare il pranzo, viene riservata la stessa sorte. Quando poi si presenta la ex amante di Lucien, il domestico non esita a rivelarle la verità. Tutti i piani di Lucien andranno in fumo e lui dovrà continuare a destreggiarsi con il domestico insolente che lo accuserà anche di ingratitudine.

IL TACCHINO (commedia in tre atti, 1896) (diciassette attori: dodici uomini e cinque donne)

Un signore segue sino a casa Lucienne, una giovane signora, e scopre che questa altri non è se non la moglie di uno dei suoi migliori amici. Per niente disposto ad arrendersi, il corteggiatore giura alla donna di riuscire a dimostrare che suo marito le è infedele, ottenendo in cambio da lei una notte d’amore. Lucienne, nel frattempo, conosce la signora Pontagnac, moglie del suo corteggiatore e si alleano insieme per vendicarsi dei rispettivi mariti adulterini. Nella camera d’albergo, prenotata dal marito di Lucienne per incontrarsi con l’amante, si ritrovano diabolicamente tutta una serie di personaggi (tra cui una vecchietta sorda, un geloso marsigliese e un generale in pensione attratto dalle cameriere) con scontri, fughe e aggrovigliati intrecci che determinano grande ilarità.

A ME GLI OCCHI! (atto unico, 1897) (sei attori: quattro uomini e due donne)

Il domestico di una ricca famiglia usa l’ipnosi per sottomettere i suoi padroni e tutti quelli che gli capitano a tiro alle sue volontà. Dopo averli fatti diventare rispettivamente una scimmia e una reincarnazione della Carmen, sarà un altro medico, le cui doti di ipnotizzatore sono note, a risolvere il problema ipnotizzando a sua volta il domestico e imponendogli di diventare il miglior domestico del mondo.

RIUNIONE NOTTURNA (atto unico, 1897) (nove attori: cinque uomini e quattro donne)

Al Café Anglais si incontrano un banchiere, accompagnato da una donna mascherata che ha incontrato al ballo dell’Opéra, e il suo amico Gentillac, che per vantarsi a sua volta delle conquiste fatte gli racconta di aver conosciuto una donna di mondo la sera prima in treno. Il banchiere, per recarsi nel locale, ha raccontato alla moglie di essere in consiglio di amministrazione; per evitare problemi decide di mandarle una lettera in cui spiega che il consiglio durerà per tutta la notte, e scrive anche una lettera a Rigolin, altro amico suo, a cui dice di raggiungerlo con la sua nuova conquista Emilie. Emilie è però anche il nome della domestica del banchiere; per una serie di equivoci le due lettere vengono scambiate e così al ristorante si presenta la moglie del banchiere seguìta dalla domestica. Gentillac riconosce nella moglie dell’amico la donna del treno, mentre si scopre che la donna mascherata a cui si è accompagnato il banchiere è una vecchia cortigiana racchia. Nella baraonda che segue, il banchiere sarà trascinato fuori dalla moglie e i suoi amici si sbellicheranno dalle risate.

LA BOLLA D’AMORE (balletto in due atti e dieci quadri con musiche di Francis Thomé, 1898) (undici ballerini: quattro uomini e sette donne)

Nella grotta di un regno incantato si trova una statua di Eros. La leggenda narra che gli innamorati, per scoprire se il loro amore è ricambiato, devono immergere nelle acque della grotta delle cannucce, se le bolle che si formano salgono leggere verso l’alto la risposta è positiva. La storia d’amore tra due giovani si intreccia con quella del Principe Azzurro e la regina delle Bolle, creatura eterea che il Principe ama talmente da andare nell’Olimpo a chiedere a Eros di concedergliela. Eros acconsentirà, ma gli raccomanderà anche di non toccarla mai, poiché essendo una bolla il minimo contatto la distruggerebbe. Il Principe non resisterà alla tentazione e quando baciandola la bolla scomparirà, Eros permetterà al Principe di vivere eternamente con la sua amata.

LA SIGNORA DI CHEZ MAXIM (commedia in tre atti, 1899) (ventinove attori: diciassette uomini e dodici donne)

Il dottor Petypon, dopo una notte di bagordi, si sveglia sotto il divano e scopre di essersi portato a casa una ballerina del Moulin Rouge, la Môme Crevette. Aiutato dall’amico Mongicourt, Petypon cerca disperatamente di sbarazzarsi della Môme nascondendo la sua presenza alla moglie Gabrielle. Ogni suo tentativo, però, fallisce miseramente, e quando a casa si presenta suo zio, il Generale Petypon du Grelé, Petypon è costretto a fargli credere che la Môme sia sua moglie. I due vengono così invitati al ricevimento di nozze di un’altra nipote del Generale, durante il quale la Môme si farà beffe della borghesia presente in sala, riuscendo con il suo atteggiamento sfrontato a conquistarsi la stima di tutti. Una volta rientrati a casa, la verità verrà pian piano a galla e il Generale sarà ben contento di scoprire che la Môme non è la moglie di suo nipote e quindi di potersi godere la vita con lei.

LA DUCHESSA DELLE FOLIES-BERGÈRES (commedia in cinque atti, 1902) (trentotto attori: ventotto uomini e dieci donne)

Il principe Serge fa la bella vita con i suoi compagni al liceo Luigi XIV. Un giorno l’ambasciatore di Orcania viene ad annunciare che il re ha abdicato a favore di Serge. Questi, però, per nulla disposto ad assumersi le sue responsabilità si dà alla fuga; girando i vari cabaret di Parigi, Serge e gli amici approdano da Chez Maxim, dove si imbattono nella duchessa che altri non è se non la Môme Crevette, ex signora di Chez Maxim della commedia di cui sopra. Tra armadi truccati, czarde scatenate e rapidissimi cambi di costume che trasformano la duchessa in una cocotte e viceversa, tutto si concluderà per il meglio e la Môme Crevette riuscirà a evitare che suo marito scopra i suoi tradimenti.

PASSA LA MANO (commedia in quattro atti, 1904) (quattordici attori: dieci uomini e quattro donne)

Un signore non è molto contento della propria moglie, Francine, che gli appare fastidiosa e priva di attrattive, per cui ritiene che le sia impossibile avere un amante. Invece Francine ha un ammiratore molto timido e un amante segreto. Una sera, essendo il marito di Francine fuori casa, la donna si vede con il suo amante in un appartamento con l’impegno che lasceranno la casa a mezzanotte per ritornare alle proprie dimore. Invece si svegliano al mattino seguente e, mentre cercano di inventare delle scuse plausibili, si trovano al cospetto di un ubriaco che ha aperto la porta con la propria chiave. Questo determinerà una serie di divorzi e la nascita di nuove coppie, per cui tutti passeranno la mano.

L’ETÀ DELL’ORO (commedia musicale in tre atti e nove quadri scritta con Maurice Desvallières, 1905) (ventitré attori: dodici uomini e undici donne)

Follentin, impiegato presso il Ministero degli Esteri, deve affrontare tutta una serie di problemi riguardanti un’antica pendola che non riesce a vendere e un avanzamento di carriera che non arriva mai. Stanco di pensare ai suoi problemi, la sera, mentre la figlia gli legge La Regina Margot di Alexandre Dumas, si addormenta e sogna di iniziare un lungo viaggio tra i secoli passati, presenti e futuri per andare alla ricerca dell’età dell’oro. Accompagnato nel suo viaggio immaginario da moglie e figlia, Follentin incontrerà Carlo IX, la Regina Margot, Caterina de’ Medici, il brigante Cartouche, Luigi XV, la Pompadour, per finire nel futuro anno 2000 e scoprire così che le donne fanno il servizio militare e anziché lasciarsi sedurre dagli uomini sono loro a sedurli. Risvegliatosi ventiquattro ore dopo a casa sua, Follentin scoprirà che i suoi familiari e amici, nel frattempo, hanno risolto tutti i problemi che lo assillavano e che la vera età dell’oro è quella che ognuno di noi si costruisce giorno per giorno con le sue mani.

IL GERMOGLIO (commedia in tre atti, 1906) (diciannove attori: dieci uomini e nove donne)

Siamo in un castello: Maurice sta per abbracciare la vita ecclesiastica, anche se la contessa madre non apprezza molto questa decisione. Nel castello vive pure una cugina di Maurice che lo ama segretamente. Arrivato a Parigi, Maurice conosce Etiennette, una donna di mondo di cui si innamora fino al punto di chiederla in moglie. Alla fine però sarà proprio Etiennette a fargli capire che le donne come lei non sono fatte per il matrimonio, e Maurice deciderà così di sposarsi con la cugina, tra la generale approvazione dei familiari.

LA PULCE NELL’ORECCHIO (commedia in tre atti, 1907) (quattordici attori: nove uomini e cinque donne)

Raymonde Chandebise, per provare la fedeltà del marito, gli scrive per mano di un’amica una lettera d’amore dandogli appuntamento in un albergo; lei si reca poi nell’albergo nel tentativo di scoprirlo in flagrante adulterio. Il marito, credendo però che il destinatario effettivo della lettera sia un suo caro amico, la consegna a quest’ultimo. Da qui si creerà tutta una serie di fraintendimenti che indurranno i personaggi a incontrarsi nel suddetto albergo dove tra situazioni strane, letti girevoli, vecchietti che fungono da alibi, inaspettati sosia e sudamericani gelosi cercheranno di uscirne indenni salvando i loro matrimoni.

OCCUPATI DI AMÉLIE (commedia in tre atti e quattro quadri, 1908) (ventotto attori: diciotto uomini e dieci donne)

Figlia di una lavandaia, Amélie Pochet, intrattenendo relazioni di alto livello che la fanno salire socialmente diventa Amélie d’Avranches. All’inizio, Amélie è l’amante di Etienne che sta per partire per la ferma. Prima della sua partenza, Etienne affida Amélie al suo migliore amico, Marcel. Nel frattempo, sopraggiunge il padrino di Marcel che scambia Amélie per la fidanzata di quest’ultimo. Per non disilludere il buon padrino, Amélie accetta di spacciarsi per la fidanzata di Marcel. Ma quello che doveva succedere succede e una mattina Amélie si sveglia accanto a Marcel. Il padrino sorprende i due in una condizione che non lascia adito a dubbi circa i loro sentimenti, e pretende dunque che il matrimonio si celebri in tempi rapidi. Il padrino, però, ha involontariamente avvertito Etienne della sua sventura e questi, immediatamente rientrato, giura di vendicarsi. Etienne lascia che Amélie sposi Marcel, facendo credere all’amico che la cerimonia in Comune è finta e che è stata da lui orchestrata con l’unico scopo di sbeffeggiare il padrino. Dopo molte altre complicazioni, Marcel riuscirà a sbarazzarsi di Amélie facendola sorprendere in flagrante delitto di adulterio con Etienne.

LA BUONANIMA DELLA SUOCERA (atto unico, 1908) (quattro attori: due uomini e due donne)

Rientrato a casa alle quattro del mattino dopo essere stato a un ballo in maschera, Lucien deve sopportare la scenata di gelosia della moglie; nel tentativo di difendersi fa un involontario paragone tra i seni di una modella presente al ballo e quelli della moglie. Questa, furiosa, sveglia la cameriera

per chiederle un parere, e sarà solo la prima delle alzate che la cameriera dovrà fare finendo coinvolta nei litigi dei due coniugi. A un certo punto si presenta un uomo, che sostiene di essere il nuovo domestico della madre della signora, venuto a informarli della sua morte. La figlia sconvolta cerca di ricordare i bei momenti, ma si scoprirà, con enorme tristezza del genero, che in realtà a essere morta… è la madre della vicina di casa.

IL CIRCUITO (commedia in tre atti e quattro quadri scritta con Francis de Croisset, 1909) (ventidue attori: quindici uomini e sette donne)

Si tratta di una commedia automobilistica, ambientata in un circuito della Bretagna. Un ricco fabbricante di automobili vuole partecipare alla corsa ma anche sedurre una giovane di cui si è invaghito che però è da poco sposata con un altro. Intanto il sindaco del paese attraverso il quale passa il circuito della corsa non è per niente interessato alle gare automobilistiche e anzi si preoccupa solo di comprare cani di razza da una ex cocotte. Tra lo scompiglio generale sarà proprio un cane alla fine a tagliare la strada alle automobili durante la corsa e a permettere alle varie coppie di ritrovarsi. È l’unica commedia di Feydeau in cui compaiono delle scene esplicite tra i due amanti, per l’esattezza le scene XVII e XVIII del secondo atto che all’epoca suscitarono non poco scandalo e furono oggetto di aspre critiche. Nelle altre commedie, pur risultando evidente la relazione tra gli amanti, i due vengono sempre presentati nel momento del risveglio al mattino successivo oppure un attimo prima di consumare l’adulterio.

PURGHIAMO IL BIMBO (atto unico, 1910) (sette attori: tre uomini, tre donne e un bambino)

Follavoine, che lavora per una ditta produttrice di vasi da notte infrangibili (che in realtà finiscono sempre in mille pezzi), aspetta di ricevere a pranzo la visita di un importante cliente, nonché la moglie e l’amante di lei. La moglie Julie però lo tormenta per il fatto che il loro viziatissimo bambino, Toto, si rifiuta di prendere la purga. Nel frattempo arriva il cliente, che finisce per restare vittima delle insistenze di Julie e di Toto che vogliono a tutti i costi fargli assaggiare la purga. Tra capricci del bimbo, vasi da notte che si rompono di continuo e improbabili sfide a duello, andrà a finire che la purga se la berrà proprio lo sfortunato Follavoine.

LÉONIE E’ IN ANTICIPO (atto unico, 1911) (sei attori: due uomini e quattro donne)

Nella sala da pranzo di Toudoux si sta cenando. D’un tratto la moglie Léonie, incinta, lo avverte di sentire dei dolori e si preoccupa per il fatto che dovrebbe partorire appena tra un mese. Il marito intanto ha mangiato troppo ed è vittima del singhiozzo, quindi come in processione i due cominciano ad andare su e giù a braccetto per la stanza. A un certo punto arriva la madre di Léonie che la riempie di regali per il bébé tra i quali un vaso da notte; la partoriente vuole assolutamente che il marito se lo metta in testa perché ha fatto un sogno premonitore, e lui lo fa. Intanto arriva la levatrice che però non riesce a farsi comprendere da Toudoux. Alla fine, quando Toudoux sarà ormai esausto, si scoprirà che Léonie non è affatto incinta ma la sua è semplicemente un’ossessione.

MA NON ANDARE IN GIRO TUTTA NUDA! (atto unico, 1911) (cinque attori: quattro uomini e una donna)

Un deputato si vergogna della moglie per il fatto che questa se ne va sempre in giro per la casa poco coperta. Dovendo ricevere un importante uomo politico le chiede di non dare spettacolo, ma lei non solo si presenta al loro cospetto mezza svestita ma chiede anche a entrambi di aiutarla a estrarre dal sedere il pungiglione di una vespa che l’ha appena punta. Entrambi si rifiutano, ma si farà aiutare da un giornalista venuto per intervistare il marito, che lei avrà scambiato per un dottore.

NON TRADISCO MIO MARITO (commedia in tre atti scritta con René Peter, 1914) (sedici attori: dieci uomini e sei donne)

Un pittore si reca in un albergo dove incontra una coppia di suoi amici. Da molto tempo il pittore fa la corte alla moglie dell’amico, ma questa si è sempre rifiutata di cedere alle sue lusinghe e anzi l’ha sempre trattato con freddezza sostenendo di non voler tradire suo marito. Nel frattempo arriva nello stesso albergo Dotty, la figlia del più importante commerciante di maiali di tutta l’America. Vedendo il pittore se ne invaghisce, e decide immediatamente di volerlo sposare. Intanto la moglie dell’amico del pittore, scoperta l’infedeltà del marito, decide di concedersi allo spasimante. Alla fine tutto si risolverà per il meglio e il pittore convolerà a nozze con la viziata Dotty, che lui non ama ma che possiede un ingente patrimonio.

HORTENSE HA DETTO: “ME NE FREGO!” (atto unico, 1916) (nove attori: cinque uomini e quattro donne)

Lo studio di un dentista. Sua moglie vuole che la cameriera Hortense sia licenziata perché dopo aver saputo che la gatta ha fatto pipì nel manicotto della signora, alle sue rimostranze ha risposto: “Me ne frego!”. Il dentista non vuole essere così intransigente, e anzi tra un paziente e l’altro, chiede anche consiglio a Hortense su come comportarsi con la moglie e le dà un aumento. Questo atteggiamento suscita la gelosia della moglie, che lo accusa di preferire la cameriera a lei, e anche quella dell’amante di Hortense che lo sfida a duello. Risultato: anche la cuoca si mette a dire “me ne frego!” nella speranza di ottenere a sua volta un aumento.

Testi incompiuti

FAREMO LA COCOTTE (due atti, incompiuta, esiste solo il primo atto che è stato letto a teatro nel 1913) (Dopo la morte di Feydeau si pensò di affidare a Sacha Guitry la continuazione della commedia, l’autore però rifiutò sostenendo che Feydeau era unico e nessuno avrebbe mai potuto sostituirlo nel suo lavoro) (otto attori: tre uomini e cinque donne)

Emilienne, moglie di Trévelin, è molto gelosa e sospetta che il marito la tradisca con una cocotte. Olympe, cara amica di Emilienne, ha appena trovato una lettera del marito in cui questi dà appuntamento a Trévelin per incontrarsi con due cocotte. Emilienne decide di telefonare alla donna, che sospetta essere l’amante del marito, e spacciandosi per la domestica darle appuntamento a casa sua per smascherare il fedifrago. La donna si presenta all’appuntamento ma Trévelin, nonostante sia stato smascherato, decide comunque di uscire con la cocotte. A quel punto Emilienne, furiosa, dichiara che se suo marito ha l’amante anche lei se ne troverà uno, e insieme alla sua amica Olympe decidono di fare le cocotte. Il primo atto si conclude qui.

CENTO MILIONI PIOVUTI DAL CIELO (tre atti, 1922) (incompiuta, la commedia è stata poi completata da Yves Mirande nel 1922, con il consenso degli eredi) (dieci attori: sette uomini e tre donne)

I tre domestici di una ricca signora borghese, tra cui Isidore, nell’attesa che la padrona si svegli parlano male di quest’ultima chiedendosi quando finalmente avranno la possibilità di riscattarsi socialmente e diventare loro i padroni. Intanto, esce sul giornale la notizia che un giovane sconosciuto ha ereditato cento milioni da uno zio d’America. Isidore proprio in quel momento riceve una lettera e scopre di essere lui l’erede. La padrona nel frattempo cerca di destreggiarsi alla bene e meglio tra due amanti. Quando tutti scoprono la verità su Isidore, iniziano a mostrarsi compiacenti nei suoi confronti. Il giovane però riuscirà a non farsi montare la testa e alla fine si renderà conto di chi gli vuole veramente bene.

Testi inediti

L’AMORE DEVE TACERE (probabilmente scritta dopo il 1878), dramma in un atto.

Il testo si ispira ai testi teatrali di Alexandre Dumas figlio, che in quel periodo riscuotevano molto successo: un giovane sfida a duello un suo rivale che si è permesso di offendere la famiglia della sua futura sposa, alla fine l’onore della famiglia sarà salvo ma il giovane perderà la vita tra le braccia dell’amata.

L’UOMO DI PAGLIA (scritta presumibilmente tra il 1884 e il 1885), commedia buffa in un atto.

È un testo che, secondo Henry Gidel, anticipa il teatro dell’assurdo, e probabilmente per questa ragione, all’epoca, nessuno fu disposto a metterlo in scena: due uomini chiedono reciprocamente la mano l’uno dell’altro perché si scambiano per donne.

DUE GALLI PER UNA GALLINA (scritta presumibilmente tra il 1884 e il 1889), (cinque attori: tre uomini, una donna e un bambino), commedia in un atto.

Una ricca contessa americana riceve una proposta di matrimonio da due uomini diversi, e i due si sfidano a duello. Il vincitore, felice di ottenere quanto sperato, cambia idea quando scopre che la contessa è una donna di facili costumi che oltre ad aver avuto numerose relazioni ha anche messo al mondo un bambino. Quando l’altro spasimante sconfitto si ripresenterà dalla contessa, lei, ormai abbandonata dall’altro, riuscirà con una scusa a farsi sposare.

A CHI TOCCA MIA MOGLIE? (1886, mai proposta ad alcuna compagnia), (otto attori: cinque uomini e tre donne), commedia in tre atti.

Una giovane donna accetta di sposare un uomo di cui lei non è innamorata imponendo una condizione: se dovesse incontrare l’uomo della sua vita, divorzierà immediatamente per stare con il nuovo amore. Dopo un anno di matrimonio, lui, stufo della situazione, chiede a un amico che gestisce un’agenzia matrimoniale di trovare un nuovo marito per sua moglie. I numerosi tentativi falliranno e i due sposi staranno finalmente assieme come marito e moglie.

LA MEZZAQUARESIMA (scritta presumibilmente tra il 1880 e il 1881), tragicommedia in un atto.

È la triste storia di un idraulico e di una lavandaia che partecipano a una sfilata di carnevale. Lui indossa una maschera che suscita l’ilarità dei ragazzini mentre lei finisce involontariamente per essere investita da un omnibus. Lo scopo di Feydeau era sottolineare quanto fosse sottile la linea che nella vita separa il comico dal tragico.

LA SIGNORA SGANARELLO (1891), monologo-scenetta ispirato a una commedia di Molière. Il titolo deriverebbe appunto da un personaggio appartenente al teatro del grande autore francese.

Una donna molto gelosa del marito architetto sospetta che questi lo tradisca con un’altra. Per questa ragione decide di vendicarsi e avverte un commissario di polizia perché lo sorprenda in flagrante adulterio. In realtà scoprirà che i suoi sospetti sono infondati, e dopo aver sollevato un gran polverone, aspetterà con ansia il ritorno del suo amato per coprirlo di baci.

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