Il presente frammento con citazioni, riferito alla figura di Georges Feydeau critico teatrale, è tratto da Il teatro comico di Georges Feydeau: commedie, atti unici e monologhi, volume VI, curatela e traduzione mia, pubblicato da Editoria&Spettacolo.
Nel 1885 Henri Fouquier, secondo marito della madre di Georges Feydeau, cercò di consolidare il suo rapporto con l’allora ventitreenne futuro autore teatrale affidandogli il Courrier de Théâtre all’interno del quotidiano Le XIXème siècle da lui diretto. Feydeau, tuttavia, anziché limitarsi a riportare nella rubrica la programmazione teatrale, gli eventuali aggiornamenti e le risposte alle lettere ricevute, iniziò a utilizzarla per comunicare ai lettori voci di corridoio, pettegolezzi e per criticare o commentare con ironia le varie situazioni che si verificavano nell’ambiente teatrale.
Dopo numerosi tentativi, da parte di Henri Fouquier, di convincere Feydeau a non esprimere opinioni personali e mantenere un tono più distaccato, il futuro drammaturgo venne licenziato. Nove mesi dopo fu rappresentata la sua prima pièce in tre atti, Sarto per signora.
Il giorno di Pasqua è giorno di resurrezione. Ecco dunque Eugène Boudou, anche detto “l’uomo dalla testa di vitello”, chiedere di essere resuscitato. A quanto sembra, alcuni colleghi ne avevano annunciato la morte prematura: hanno forse confuso le teste di vitello?… Chissà! Sta di fatto che Eugène Boudou, che ha avuto la sua ora di celebrità al Teatro delle Folies-Bergères e che attualmente si esibisce alla fiera del pan speziato, è rimasto molto scosso all’idea di essere sepolto vivo. Quindi ci prega di informare i lettori della sua condizione di esistenza in vita. Ma certo caro, lo facciamo più che volentieri! Ci stavamo appunto chiedendo che fine avesse mai fatto l’uomo dalla testa di vitello! Ebbene, ecco, è vivo! Ah! La Francia ne sarà contentissima!
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 06 aprile 1885)
Quando il successo di Messalina lo consentirà, sarà un gran balletto tratto da Gil Blas di Lesageche che la sostituirà (che fa pure rima!).
La musica è stata affidata al maestro Dapési.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 31 maggio 1885)
Riportiamo qui di seguito quanto letto stamane su un noto quotidiano: “A proposito del Lohengrin, da un paio di giorni è in corso una battaglia omerica tra l’editore della partitura italiana e quello della partitura francese.
L’Opéra-Comique aveva annunciato l’intenzione di allestire l’opera di Wagner in francese; poco tempo dopo, però, un giornale comunicava che l’Opéra l’avrebbe rappresentata in italiano.
A questo punto, l’editore della partitura francese ha manifestato il proprio disappunto. Egli, infatti, è il solo, in Francia, a detenere i diritti del Lohengrin. L’editore italiano gli ha risposto di rimando: “In francese, può darsi, ma in italiano proprio no!”.
Un terzo ha fatto notare che l’unico proprietario del Lohengrin è la Signora Cosima Wagner e che è anche la sola ad avere il diritto di autorizzarne la rappresentazione in questo o quel teatro a sua scelta”.
E così l’inchiostro scorre a fiumi!
La cosa divertente è che il teatro dell’Opéra non ha mai avuto intenzione di allestire il Lohengrin, né in italiano né in francese, e che i direttori Ritt e Gailhard non si sono mai rivolti ad alcun editore e quindi non hanno neanche mai interpellato Cosima Wagner per chiedere se poteva essere interessata a farlo rappresentare là.
Insomma, molto rumore per nulla.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 06 luglio 1885)
La casa editrice Paul Ollendorff ha dato alle stampe La banconota da mille, monologo in versi sul quale mi permetto di omettere qualsiasi raccomandazione, visto che l’ho scritto io.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 06 luglio 1885)
Le foche fenomeno delle Folies-Bergères si esibiranno ancora in un numero limitato di rappresentazioni. Infatti, sono state ingaggiate all’estero dove proseguiranno il loro sorprendente successo. Non avete ancora visto le foche? Andate! Andate!
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 03 agosto 1885)
Il sindacato della società degli autori e compositori musicali si trova ad affrontare un caso singolare.
Si tratta del direttore di un caffè-concerto che, approfittando della sua posizione, è riuscito a inserire nel programma serale quotidiano del locale ben trentadue canzoni scritte da lui su trentanove testi interpretati.
Nel solo mese di giugno sono state dunque cantate ottocentonovantadue canzoni del direttore e trecentoquattro degli altri partecipanti.
I cantanti non sono affatto contenti.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 18 agosto 1885)
Il quotidiano Le Matin riporta quanto segue: “Una fonte autorevole ci comunica che nel testamento di Richard Wagner è presente una clausola che proibisce la rappresentazione di qualsivoglia opera del suo repertorio sulla scena francese. Ne consegue che il Teatro dell’Opéra non allestirà il Lohengrin”.
Bella scoperta, ve l’avevo già detto io un mese fa!
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 23 agosto 1885)
Mercoledì sera, prima rappresentazione di Georgette, la nuova pièce di Victorien Sardou. Vi informiamo che sono esauriti anche gli strapuntini, e siccome in piedi non potete stare, siete pregati di andare a vederla un altro giorno.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 06 dicembre 1885)
Mercoledì prossimo alle venti e trenta, nella sala Beethoven, passage de l’Opéra, Boulevard des Italiens, 10, seduta di magnetismo e ipnotismo tenuta dal Dottor Robert.
Durante la seduta, l’ipnotizzatore darà dimostrazione dei fenomeni scientificamente provati, come la suggestione ipnotica, e di quelli tuttora discussi, come il magnetismo e il sonnambulismo lucido, o chiaroveggenza.
I biglietti li trovate direttamente in sala (comprateli prima di farvi ipnotizzare, che nella vita non si sa mai).
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 11 gennaio 1886)
Un incendio ha completamente distrutto il Teatro degli Champs-Elysée di Lerida (Spagna). Non è morto nessuno, solo il teatro.
(Georges Feydeau, Courrier de Théâtre del quotidiano Le XIXème siècle, 24 gennaio 1886)